Chiediamo ai sindaci del calatino, quelli della premiata ditta “calatino terra d’accoglienza” di compiere un passo indietro, di accettare il fallimento amministrativo e il danno di immagine che è stato creato in questo territorio.
Che fine faranno i 400 posti di lavoro e l’indotto creato dal CARA che mette in circolazione circa 200.000 euro alla settimana d’improvviso visto che subirà una battuta d’arresto?
C’è bisogno di altro in questo territorio: cè bisogno di investire in crescita e sviluppo con programmi a 15 anni, c’è bisogno di riportare indietro le migliori gioventù che stanno fuggendo, c’è bisogno di non dover aspettare ogni volta che un Castiglione o una Aloisi di turno diventino il fulcro dell’economia della zona.
Noi lo avevamo denunciato, sin da quando facemmo la prima visita ispettiva nel novembre 2013, che qui qualcosa non andava, che i tempi di attesa per ottenere un permesso di soggiorno erano troppo lunghi, che c’era il mercato nero delle sigarette, che qui le donne erano costrette a prostituirsi, che alcuni si suicidavano, che le campagne limitrofe erano oggetti di furto, che 10 milioni di euro in un territorio così depresso erano troppo appetibili per il malaffare, la corruzione, la politica sporca!
Noi cerchiamo di darvi opportunità, lo abbiamo fatto con i soldi che restituiscono i nostri portavoce alla regione, COL MICROCREDITO e con IL PROGETTO POLMONI URBANI, lo abbiamo fatto sostituendoci ad uno Stato pigro che di fronte la frana che ha causato il crollo sul ponte himera dell’autostrada PA-CT anziché mettere in campo il genio militare, in grado di realizzare ponti sostitutivi in tempi stretti ha deciso di creare un bando di gara utile a far guadagnare i soliti imprenditori con costi e tempi esagerati per la collettività sicilana.
Sono sdegnato da tutto ciò, ma abbiamo bisogno di voi per trasformare questo sdegno in azioni che vi permettano, che ci permettano di far sentire la nostra voce, di far sentire che questo piccolo pezzo di territorio siciliano ha deciso:
noi non ci stiamo più e la prossima volta al governo di questo territorio, di questa regione e di questa nazione ci andremo noi.
Antudo!
Info sull'autore