Nel 1994 l’Italia era già in possesso di proiettili all’uranio impoverito. Lo ha rivelato in audizione in Commissione uranio impoverito il maresciallo in pensione Carofiglio, ex addetto all’armeria della X legione della Guardia di Finanza e testimone oculare della presenza di oltre 20 casse di munizioni al DU.
Una rivelazione choc che arretra di almeno 6 anni la vicenda uranio impoverito in Italia. E non solo. Per la prima volta, in maniera ufficiale e davanti ai commissari viene rivelato ciò che in tanti sostenevano: e cioè che l’uranio impoverito era in Italia. Nonostante tutte le rassicurazioni arrivate in questi anni da tutti i livelli istituzionali

Chiediamo l’immediato intervento delle autorità giudiziare competenti e lo ribadiremo al presidente Scanu: è più che mai importante agire subito, affinchè eventuali prove, anche documentali, che persistano nei depositi di Pozzuoli e presumibilmente di La Spezia non vengano inquinate e si possa ulteriormente acquisire quante più notizie ed informazioni su quanto dichiarato dal maresciallo Carofiglio. Se tutto ciò che egli afferma troverà ulteriori riscontri, sarà necessario riportare indietro di 20 anni anche le eventuali responsabilità politiche e militari di tutti quegli esponenti che hanno sempre negato la presenza di tali munizionamenti in Italia
Vogliamo sapere se la Breda, azienda italiana, ha prodotto tali proiettili, dove sono stati eventualmente prodotti, con quale destinazione. Soprattutto: come faceva ad avere uranio impoverito, ricavato dallo scarto di centrali nucleari?
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