Quello che è emerso dalla registrazione audio della riunione del Cocer in cui un appuntato farebbe pressione per far appoggiare le richieste dei vertici militari sul riordino delle carriere è quanto di più lontano si possa a immaginare circa l’attività della rappresentanza militare tra l’altro pagata con soldi pubblici.
Un articolo giornalistico di «Agenparl.com» del 4 ottobre 2017 dal titolo «i lobbisti dell’Arma» divulga e riproduce il testo di una registrazione audio fonica avvenuta durante una riunione della Rappresentanza militare con cui un appuntato dei carabinieri afferma, rivolgendosi presumibilmente al generale Gerometta, (già capo del Cocer interforze e direttore generale del personale militare) come sarebbe stato strumentalizzato l’operato del Cocer Carabinieri (che avrebbe goduto della proroga sopra citata) al fine di far appoggiare le richieste dei vertici militari in merito al provvedimento presentato al Parlamento sul riordino delle carriere (che ha prodotto 12.000 dirigenti in più nelle Forze armate) e poter ottenere maggiori risorse, nonché per divulgare comunicati stampa che potessero in qualche modo «salvaguardare» l’immagine dell’Arma dei carabinieri che in quel periodo si vedeva costretta a fare i conti con l’indagine a carico del suo comandante, il Generale Tullio Del Sette, e di altri appartenenti all’Arma nell’ormai noto “caso CONSIP”.
Andare a parlare con dei parlamentari» per «reperire risorse», «sposando la tesi del riordino» a cui fa espresso riferimento il delegato del Cocer nel corso del suo intervento potrebbe configurarsi come un’attività di «lobbying», è una tesi, ma vogliamo sapere se il Governo è a conoscenza dei fatti indicati e come pensa di agire affinché l’attività del Cocer avvenga in modo indipendente, autonomo e in sintonia con gli indirizzi previsti dalla normativa vigente. Insomma, una cosa è fare lobbyng, un’altra è rappresentare e tutelare i militari. Crediamo che i limiti siano stati travalicati. Noi chiediamo un’indagine ministeriale interna per accertare le responsabilità e individuare chi abbia leso l’immagine e il decoro dell’Arma dei carabinieri.
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