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DIFESA ONLINE INCONTRA L’ON. GIANLUCA RIZZO, IL NUOVO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DIFESA DELLA CAMERA

(di Andrea Cucco)
11/07/18
L’onorevole Gianluca Rizzo è da poco presidente della commissione Difesa della Camera. Parliamo di un organo fondamentale anche per la semplice informazione dei cittadini. Un esempio? La trasparenza DOVUTA attraverso i media che nel precedente regime era negata: quello che per un giornalista era un “dato non disponibile” (v.articolo), lo è diventato su iniziativa di qualche parlamentare…

Onorevole Rizzo, da precedente membro della commissione come ha vissuto la nomina?

Per me è stata una grande emozione. Ho pensato a quando sono entrato qui la prima volta cinque anni fa, al lavoro fatto con i miei colleghi, alle difficoltà che abbiamo incontrato. Nel mio breve discorso d’insediamento ho chiesto la collaborazione di tutti ed ho assicurato che svolgerò le mie funzioni con l’imparzialità istituzionale che la carica richiede. Sarò un presidente di garanzia per tutti.

Può spiegare ai lettori quali sono i compiti della commissione?

La Commissione difesa è la IV° Commissione Permanente della Camera dei Deputati. Partecipa alla formazione del processo legislativo sia in sede consultiva che referente. In alcuni casi eccezionali, quando l’unanimità dei gruppi lo richiede, può agire con i poteri stessi dell’Assemblea (sede legislativa). Svolge audizioni e indagini conoscitive. È il luogo del confronto con il governo sia nell’esame dei disegni e dei decreti legge, sia nella discussione di pareri o di risoluzioni. Qui i deputati possono interrogare il ministro della Difesa e chiederne conto di fatti e scelte politiche di sua competenza.

Il Paese ha vissuto una netta discontinuità nell’esecutivo. Avverrà qualcosa di simile sotto la sua presidenza?

Personalmente ho avuto due presidenti nella scorsa legislatura gli onorevoli Elio Vito e Francesco Saverio Garofani. Due impronte differenti nel metodo, ma che comunque hanno permesso di svolgere un ottimo lavoro in Commissione. Con loro abbiamo avuto modo di discutere ovviamente, ma mai tale discussione ha trasceso la corretta dialettica politica. La Presidenza della Commissione ha come caratteristica principale il ruolo di garanzia nei confronti di tutti i componenti e cercherò di svolgere questo compito al meglio. Certo vorrei rendere più fruibile all’esterno l’accesso al materiale e agli atti sottoposti a parere. Spesso si tratta di sistemi d’arma e in molti casi si è preferito non pubblicare su internet i testi integrali per, secondo me, un’eccessiva volontà di riservatezza. Nel limite del possibile vorrei aprire alla società civile. Solo con la trasparenza possiamo riavvicinare i cittadini alla politica e alla partecipazione.

Quali sono a suo avviso le priorità nel campo della Difesa? I diritti del personale?

Sono stato per due anni componente la Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito e mi porto dietro questa cicatrice: per me il diritto alla salute dei cittadini in uniforme è un punto dirimente. I diritti del personale andranno affrontati inoltre alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto per i militari di associarsi in sindacato. Non dimentichiamo poi il ruolo decisivo che la Difesa ricopre per la sicurezza e a favore della pace. L’Italia è impegnata in molte missioni internazionali e i nostri militari si fanno onore in diversi contesti ma è necessario dare un senso ed attualizzare questo impegno alla luce anche delle nuove minacce e situazioni di crisi.

Ha conosciuto molti uomini e donne in divisa in questi anni. Che opinione ha di loro?

Sono fiero delle nostre Forze Armate, gli uomini e le donne in divisa rappresentano una grande risorsa per il Paese. Nei cinque anni della mia prima legislatura ho, con i miei colleghi, girato in lungo e largo per caserme, porti, aeroporti e poligoni militari cercando di conoscere il più possibile il loro lavoro e i loro bisogni. Il fattore umano è decisivo per riscattare l’Italia dall’attuale situazione di declino. Oltre agli uomini e le donne in divisa vorrei ricordare anche gli oltre trentamila lavoratori e lavoratrici civili della Difesa: anche loro rappresentano una risorsa importante e una professionalità da non disperdere.

E dei vertici, eredità diretta del precedente governo?

I vertici militari, che sto incontrando in questi giorni, mi hanno tutti confermato la volontà di collaborare con il Parlamento. Vedo un clima costruttivo che una precondizione fondamentale per lavorare bene nell’interesse del Paese.

Negli ultimi anni è avvenuta una metodica censura di quella che per lustri era stata un’encomiabile apertura del mondo militare. Potremo sperare di poter raccontare liberamente ai concittadini la verità in futuro?

La possibilità di organizzarsi in sindacati ed associazioni superando l’impostazione gerarchica della vecchia Rappresentanza Militare aiuterà anche a risolvere qualche problema eccessivo di censura del pensiero del personale militare. Siamo in una nuova fase e anche questo fa parte della modernizzazione delle Forze Armate. Vorremmo inoltre favorire il lavoro dei giornalisti nel raccontare le Forze Armate e più in generale sollecitare una maggiore attenzione dei mass media, attenzione anche critica, al mondo della Difesa nel senso più ampio. Vorremmo che questi grandi temi fossero patrimonio dell’opinione pubblica e non esclusivo appannaggio di pochi specialisti. La Difesa deve essere percepita come un bene comune in piena sintonia con la lettera e lo spirito dell’art.52 della Costituzione.

Lei appartiene al movimento 5 Stelle. Farà “sconti” al governo?

Non si tratta di fare sconti al governo ma semmai di condividere le migliori idee e proposte per aiutarlo in questa impresa di cambiare il Paese. Non sarà facile, ma siamo fiduciosi e abbiamo il dovere di provarci.

(foto: Difesa Online)

L’onorevole Gianluca Rizzo è da poco presidente della commissione Difesa della Camera. Parliamo di un organo fondamentale anche per la semplice informazione dei cittadini. Un esempio? La trasparenza DOVUTA attraverso i media che nel precedente regime era negata: quello che per un giornalista era un “dato non disponibile” (v.articolo), lo è diventato su iniziativa di qualche parlamentare…

Onorevole Rizzo, da precedente membro della commissione come ha vissuto la nomina?

Per me è stata una grande emozione. Ho pensato a quando sono entrato qui la prima volta cinque anni fa, al lavoro fatto con i miei colleghi, alle difficoltà che abbiamo incontrato. Nel mio breve discorso d’insediamento ho chiesto la collaborazione di tutti ed ho assicurato che svolgerò le mie funzioni con l’imparzialità istituzionale che la carica richiede. Sarò un presidente di garanzia per tutti.

Può spiegare ai lettori quali sono i compiti della commissione?

La Commissione difesa è la IV° Commissione Permanente della Camera dei Deputati. Partecipa alla formazione del processo legislativo sia in sede consultiva che referente. In alcuni casi eccezionali, quando l’unanimità dei gruppi lo richiede, può agire con i poteri stessi dell’Assemblea (sede legislativa). Svolge audizioni e indagini conoscitive. È il luogo del confronto con il governo sia nell’esame dei disegni e dei decreti legge, sia nella discussione di pareri o di risoluzioni. Qui i deputati possono interrogare il ministro della Difesa e chiederne conto di fatti e scelte politiche di sua competenza.

Il Paese ha vissuto una netta discontinuità nell’esecutivo. Avverrà qualcosa di simile sotto la sua presidenza?

Personalmente ho avuto due presidenti nella scorsa legislatura gli onorevoli Elio Vito e Francesco Saverio Garofani. Due impronte differenti nel metodo, ma che comunque hanno permesso di svolgere un ottimo lavoro in Commissione. Con loro abbiamo avuto modo di discutere ovviamente, ma mai tale discussione ha trasceso la corretta dialettica politica. La Presidenza della Commissione ha come caratteristica principale il ruolo di garanzia nei confronti di tutti i componenti e cercherò di svolgere questo compito al meglio. Certo vorrei rendere più fruibile all’esterno l’accesso al materiale e agli atti sottoposti a parere. Spesso si tratta di sistemi d’arma e in molti casi si è preferito non pubblicare su internet i testi integrali per, secondo me, un’eccessiva volontà di riservatezza. Nel limite del possibile vorrei aprire alla società civile. Solo con la trasparenza possiamo riavvicinare i cittadini alla politica e alla partecipazione.

Quali sono a suo avviso le priorità nel campo della Difesa? I diritti del personale?

Sono stato per due anni componente la Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito e mi porto dietro questa cicatrice: per me il diritto alla salute dei cittadini in uniforme è un punto dirimente. I diritti del personale andranno affrontati inoltre alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto per i militari di associarsi in sindacato. Non dimentichiamo poi il ruolo decisivo che la Difesa ricopre per la sicurezza e a favore della pace. L’Italia è impegnata in molte missioni internazionali e i nostri militari si fanno onore in diversi contesti ma è necessario dare un senso ed attualizzare questo impegno alla luce anche delle nuove minacce e situazioni di crisi.

Ha conosciuto molti uomini e donne in divisa in questi anni. Che opinione ha di loro?

Sono fiero delle nostre Forze Armate, gli uomini e le donne in divisa rappresentano una grande risorsa per il Paese. Nei cinque anni della mia prima legislatura ho, con i miei colleghi, girato in lungo e largo per caserme, porti, aeroporti e poligoni militari cercando di conoscere il più possibile il loro lavoro e i loro bisogni. Il fattore umano è decisivo per riscattare l’Italia dall’attuale situazione di declino. Oltre agli uomini e le donne in divisa vorrei ricordare anche gli oltre trentamila lavoratori e lavoratrici civili della Difesa: anche loro rappresentano una risorsa importante e una professionalità da non disperdere.

E dei vertici, eredità diretta del precedente governo?

I vertici militari, che sto incontrando in questi giorni, mi hanno tutti confermato la volontà di collaborare con il Parlamento. Vedo un clima costruttivo che una precondizione fondamentale per lavorare bene nell’interesse del Paese.

Negli ultimi anni è avvenuta una metodica censura di quella che per lustri era stata un’encomiabile apertura del mondo militare. Potremo sperare di poter raccontare liberamente ai concittadini la verità in futuro?

La possibilità di organizzarsi in sindacati ed associazioni superando l’impostazione gerarchica della vecchia Rappresentanza Militare aiuterà anche a risolvere qualche problema eccessivo di censura del pensiero del personale militare. Siamo in una nuova fase e anche questo fa parte della modernizzazione delle Forze Armate. Vorremmo inoltre favorire il lavoro dei giornalisti nel raccontare le Forze Armate e più in generale sollecitare una maggiore attenzione dei mass media, attenzione anche critica, al mondo della Difesa nel senso più ampio. Vorremmo che questi grandi temi fossero patrimonio dell’opinione pubblica e non esclusivo appannaggio di pochi specialisti. La Difesa deve essere percepita come un bene comune in piena sintonia con la lettera e lo spirito dell’art.52 della Costituzione.

Lei appartiene al movimento 5 Stelle. Farà “sconti” al governo?

Non si tratta di fare sconti al governo ma semmai di condividere le migliori idee e proposte per aiutarlo in questa impresa di cambiare il Paese. Non sarà facile, ma siamo fiduciosi e abbiamo il dovere di provarci.

(foto: Difesa Online)

Difesa online: ELEZIONI 2018: L’ESPERIENZA IN COMMISSIONE DIFESA DELL’ON. GIANLUCA RIZZO (M5S)

(di Andrea Cucco) [articolo originale]
22/02/18

La consultazione elettorale è alle porte e, anche nel migliore dei casi, si profila un periodo difficile per la Repubblica. Il mondo della Difesa è tenuto tradizionalmente sottotono – se non addirittura soggetto a censura! – in tempi “felici”, figuriamoci cosa potrebbe riservarci un lustro di equilibrismi e compromessi.

Per avere un’idea più corretta, o almeno “meno fake” delle idee in campo, ospitiamo alcune interviste a politici che con la Difesa hanno avuto o avranno ancora a che fare.

In attesa delle “liste dei ministri”, cominciamo con un rappresentante del Movimento 5 Stelle, una realtà apparentemente lontana dai militari ma che può destare sorpresa.

Onorevole Rizzo, durante la legislatura è stato membro della commissione Difesa. Come ha vissuto l’esperienza?

È stata sicuramente un’esperienza forte e ricca di momenti intensi, che mi ha dato l’opportunità di approfondire il funzionamento del Mondo della Difesa, un mondo poco noto all’opinione pubblica o che lo è stato sino a quando non siamo entrati noi del Movimento 5 Stelle nelle Istituzioni.

La Difesa racchiude una miriade di ambiti professionali: la salute, il lavoro, l’industria, la formazione, la ricerca e sviluppo, rappresentando una realtà a parte, completa, con delle specificità che le vengono assegnate dalla Costituzione per garantire la sicurezza del Paese e la tutela dei nostri interessi nel mondo. Aver partecipato attivamente ai lavori della commissione mi ha permesso di comprendere fino in fondo l’importanza del ruolo che l’Italia ha nello scacchiere Geo-Politico euromediterraneo e nel contesto mondiale; basandomi su questi principi mi sono sempre assunto la responsabilità di ogni voto e di ogni parere espresso sugli atti posti al nostro vaglio.

Quando si parla di sostegno del mondo militare il Movimento 5 Stelle non è il primo soggetto politico che viene in mente…

Probabilmente verrà in mente a chi ha avuto l’opportunità di poter conoscere il modo in cui lavoriamo. Siamo andati oltre il concetto stesso di “ispezione parlamentare”, da parte nostra c’è stata una ferma volontà di conoscere più da vicino e più approfonditamente l’ambiente lavorativo dei nostri uomini del comparto Difesa, effettuando centinaia di visite conoscitive fra tutte le forze armate, passando dalla MM alla AM all’EI e ai CC, esperienze che ci hanno permesso di avere una percezione più realistica delle tematiche oggetto dei nostri lavori parlamentari.

Ha fatto il servizio militare?

Ho svolto il servizio di leva obbligatoria nel 1996, presso il 62° rgt carri “Sicilia” a Catania, ma quasi sempre sono stato in missione e per molto tempo impiegato in operazione “Vespri Siciliani” a Siracusa presso il tribunale, ho fatto vigilanza coste a Pantelleria e un mese circa nel poligono di Capo Teulada. A distanza di tanti anni ho potuto rivedere alcuni luoghi in cui ho vissuto esperienze che mi hanno sicuramente fatto crescere umanamente, però ho guardato diversamente ciò che avevo visto con gli occhi di un ventiduenne che aveva ricevuto una divisa mimetica con i gradi di caporale.

Oggi sono segretario della commissione d’inchiesta “Uranio” e il presente mi racconta la storia di un ragazzo, che oggi non c’è più, che scriveva alla propria madre descrivendole le esercitazioni e le esplosioni nei poligoni sardi, trasfigurando quella realtà e trasformando quei bagliori e quelle scintille in spettacolari e affascinanti fuochi d’artificio… con gli occhi di un ragazzo che si sentiva protetto dal proprio Paese, convinto che quei fumi non fossero stati nocivi per la sua salute.

La relazione finale della commissione d’inchiesta parlamentare sull’uranio impoverito ha fatto discutere. Quali sono le sue valutazioni in merito?

Come già detto ho avuto l’onore di far parte di una commissione d’inchiesta che il Movimento 5 Stelle ha voluto fortemente tramite l’impegno della mia collega, prima firmataria della proposta di legge che ne chiedeva l’istituzione, Marialucia Lorefice.
Questa è stata la quarta commissione d’inchiesta autorizzata dal Parlamento a seguito dei primi militari deceduti dopo aver prestato servizio all’Estero, nei Balcani in particolare.

Questa commissione ha inciso favorevolmente nel dibattito su coloro che hanno subìto danni alla salute o peggio subendo la perdita di propri cari, mettendo “nero su bianco” l’esistenza di un nesso causale tra le patologie contratte dai nostri militari e l’esposizione all’uranio impoverito e alle nanoparticelle prodotte dalla sua esplosione e a tutti gli altri fattori ambientali oggetto dei lavori della commissione. Ricordo in particolare l’amianto, il radon o le vaccinazioni massive. Ciò è riscontrabile con l’approvazione dell’atto finale votato nei giorni scorsi. La relazione è stata molto precisa grazie all’ottimo lavoro svolto dai commissari e dai nostri consulenti.

Il nostro voto alla relazione è stato favorevole e ciò che mi rende orgoglioso è stato il riconoscimento al Movimento 5 Stelle, dalla quasi totalità dei colleghi degli altri schieramenti politici, del grosso merito per il risultato ottenuto.

Il generale Bertolini, ha sottolineato che ci sono pericoli più gravi di cui tenere conto (v.intervista): la prima misura di sicurezza per un soldato è l’addestramento. Un’attività assolutamente insufficiente nel nostro Paese…

Della visione militaristica del generale Bertolini ho rispetto ma non è la stessa che abbiamo percepito con le visite svolte dalla commissione d’inchiesta e audendo le tante figure del mondo della Difesa italiana chiamate a Roma. Come non poter pretendere, soprattutto per tutto ciò che riguarda l’addestramento del personale e tutto ciò che attorno vi ruota, il rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro. Non possiamo assistere ad altri casi Nasta o contare altre vittime che, pur obbedendo a degli ordini ben precisi, resterebbero vittime dei pericoli a cui si andrebbe incontro nei Poligoni, o in ambienti in cui sono avvenuti bombardamenti.

Paradossalmente è come se i nostri uomini in azione venissero dotati di giubbetti antiproiettile non per salvare loro la vita ma per renderli capaci di continuare a combattere nonostante un eventuale ferimento a un braccio o a una gamba. Se l’Italia ambisce a raggiungere eccellenti risultati dal punto di vista della tutela del proprio personale sicuramente non può non dotarsi di nuove procedure e strumenti in grado di superare la “giurisdizione domestica” che abbiamo avuto l’opportunità di conoscere in ambito militare.

 

Video del movimento criticano la componente (in percentuale) del bilancio della Difesa destinata agli stipendi, promettendo soluzioni. Cosa farete, diminuirete ulteriormente gli organici o aumenterete i fondi?

Il bilancio della Difesa, al netto degli ulteriori fondi che vengono garantiti dal MEF e dal Ministero per lo Sviluppo economico, è fortemente sbilanciato verso il costo del personale. Riteniamo valido il rapporto 50/25/25, dove 50 è la percentuale di assegnazione del bilancio del ministero (che ricordo essere oltre i 20 miliardi) per pagare stipendi, straordinari e indennità varie, nonché le pensioni ausiliari e l’ARQ.
Le percentuali del 25 indicano invece i valori di bilancio a cui ambire per il mantenimento dello strumento militare e per investire in ammodernamenti e sistemi d’arma. Le faccio un esempio di ciò che è avvenuto: Il M5S intende revocare i finanziamenti pubblici ai giornali, sa qual è stato il risultato? Buona parte dei giornali che ricevono fondi non mancano occasione di screditarci con articoli e interviste. Ecco, si può dire che anche nel campo della Difesa si è voluta strumentalizzare una considerazione strettamente personale fatta da un nostro consulente che lanciava l’allarme verso ciò che in Italia ancora succede: abbiamo un rapporto tra dirigenti e comandati molto basso, il che potrebbe lasciare presagire che vi sia la necessità di alleggerire le catene di comando, facendo altresì raggiungere quel rapporto tra le tre configurazioni di spesa a cui ho già accennato.

A tal proposito ne approfitto per smentire la fake news che farnetica su eventuali tagli degli stipendi per gli uomini del comparto difesa e sicurezza da parte del M5S, NON È ASSOLUTAMENTE VERO, mai discusso di una cosa del genere e solo un folle potrebbe farlo!

Troppe missioni militari italiane assecondano politiche estere straniere e troppo spesso concorrenti. Con un governo 5 stelle cambierà qualcosa?

Pensiamo che sia fondamentale partecipare alle missioni internazionali ove siano evidenti le finalità di protezione della nostra nazione e dei suoi interessi nel mondo o di chiara matrice di aiuto alle popolazioni civili dalla violenza delle guerre e delle rivolte dettate da motivi economici, razziali o volute da dittatori senza scrupoli. La missione in Afghanistan non solo non incarna nessuna di queste premesse ma, a distanza di 12 anni, misurandone l’efficacia, si può solo certificare il fallimento di una strategia a guida americana che poco ha prodotto in termini di contrasto al terrorismo, alla produzione di oppio e alla riduzione della violenza sul suolo afgano. Ecco perchè non la riteniamo indispensabile né utile. A differenza invece della missione in Libano o di quella nei Balcani a tutela e garanzia della pace in quelle regioni devastate in passato da guerre fratricide.

Ama la nostra bandiera e darebbe la vita per difenderla?

Sì, senza se e senza ma!

La comunicazione (e la relativa trasparenza) della Difesa è stata quasi azzerata con l’attuale ministro. La gestione politica, ideologica e personalistica finirebbe con un ministro 5 Stelle?

Esistono due linee di pensiero, una opposta all’altra, per cui o ci si chiude a testuggine ed è quello avvenuto con la ministra Pinotti o ci si apre ai cittadini/contribuenti sempre nell’ottica di garantire quelle prerogative di sicurezza e riservatezza che debbono continuare ad essere mantenute per chi è delegato a gestire la sicurezza del Paese. Troppa chiusura lascia adito ad interpretazioni, maldicenze, accuse gratuite che i nostri uomini non meritano di subire.

Ho avuto modo di parlare con molti militari in questi anni, molti con importanti incarichi di comando, altri da graduati o soldati semplici e quello che ho potuto percepire dai discorsi fatti è la sgradita percezione, da parte dell’opinione pubblica, della mancanza di riconoscimento per l’ottimo lavoro svolto a tutti i livelli. Abbiamo la fortuna di avere migliaia di uomini e donne che svolgono il proprio compito con impegno e dedizione, convinti dei propri mezzi e in grado di ottenere riconoscimenti di prestigio in tutto il mondo.

Perchè un militare dovrebbe votarvi?

Un militare, donna o uomo che sia, è innanzi tutto un cittadino Italiano che ha intrapreso una carriera lavorativa nelle forze armate, la priorità del Movimento 5 Stelle è quella di migliorare la qualità di tutti i cittadini… indistintamente. In questi giorni si sentono diverse sirene della politica, peccato che sono le stesse sirene di quella politica che ha prodotto danni enormi negli ultimi 30 anni in questo comparto: dalla mancata realizzazione di un vigoroso riordino delle carriere, al taglio degli stipendi, alla riduzione del turnover alla mancata riforma della rappresentanza militare, dal garantire commesse miliardarie di sistemi d’arma, a volte inutili, al non poter garantire adeguati standard di
funzionalità in caserme, basi aeree o navali.

Il Movimento 5 Stelle non ha filtri da apporre nella definizione delle proprie priorità nè promesse da mantenere nei confronti di alcuna lobby, abbiamo solo la volontà di fare ciò che è giusto per tutti gli italiani, compresi gli appartenenti al comparto Difesa, che ogni giorno affrontano la propria giornata lavorativa con grande dignità e a cui va sicuramente garantita una migliore qualità della vita.

Serve anche rivalutare il contributo offerto dal personale civile a cui delegare quelle attività che esulano dalla sfera delle specificità militari e per cui non si rende necessario indossare una divisa per compiere attività anche importanti.

Infine bisogna mantenere adeguati standard di professionalità, investire in sistemi d’arma adeguati alle minacce correnti o prevedibili e una macchina gestionale in grado di cancellare sprechi, tagliando ove possibile, al fine di migliorare le infrastutture necessarie ad accogliere il personale e in grado di produrre modalità addestrative all’avanguardia utili allo svolgimento delle attività delegate al comparto.

CONTRACTORS: Cosa sono per il Governo?

Fabrizio Quattrocchi è stata la più “nota” guardia di sicurezza privata italiana.

La questione delle PSC o PMC come comunemente vengono chiamate le compagnie militari private di sicurezza è molto delicato e il governo non sembra interessata a volerne chiarire ruoli e regole.

Le uniche notizie che trapelano sono quelle di stampa e che parlano di compagnie estere assoldate dalla Farnesina e dall’ENI e di ex militari italiani costretti ad andare a prestare i propri servizi, frutto di anni di esperienza tra le file delle nostre forze armate, con cospicui investimenti pubblici per formarli, all’estero;

Sembra che non tutte le società del settore all’estero godano di buone referenze e lasciare in una zona grigia la regolamentazione in Italia di questo settore potrebbe solo giocare a favore di chi potrebbe specularci sopra.

 

Ci sono sia motivi di sicurezza nazionale legati alla possibilità che personale straniero possa accedere a informazioni sensibili nazionali sia la necessità che il governo, così come fatto per la regolamentazione del personale imbarcato sulle navi mercantili a difesa della pirateria marinara, indichi quali siano le regole a cui il personale italiano possa svolgere servizi analoghi senza incorrere nella “non molto remota possibilità” di commettere reati previsti dal nostro Codice Penale.

TESTO INTERROGAZIONE

Ferrovia Caltagirone-Gela: servizio televisivo

La nostra azione politica di sensibilizzazione sulla tragica situazione della tratta ferroviaria Catania-Gela è stata da spunto per realizzare questo servizio che vi consiglio di ascoltare nella sua integrità.

 

 

 

Il Ministero dell’Interno prende posizione contro attivisti NOMUOS: scelta discutibile!

M5S RIZZO: Il Ministero dell’Interno prende posizione contro attivisti NOMUOS: scelta discutibile!

Il Governo dovrebbe ripensare alla decisione di costituirsi partecivile in un processo avviato contro gli attivisti No Muos, revocandola.

Roma, 30 novembre 2017. “Era il 21 settembre 2013, quando si svolgeva nella base del Muos di Niscemi una pacifica manifestazione di contestazione della base militare statunitense” – così inizia l’onorevole Rizzo (M5S) della Commissione Difesa alla Camera apprendendo la notizia della costituzione di parte civile del Ministero dell’Interno contro attivisti che protestarono dentro il perimetro della base NRTF di Niscemi – fu una manifestazione colorata e senza tensione – una sorta di pic-nic pacifista – con la presenza anche di diversi bambini;”
Lo scopo della manifestazione era di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulle problematiche afferenti alla presenza nella base di decine di antenne;

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Recupero linea ferroviara Caltagirone – Gela

Articolo LaSicilia del 25/11/2017

LA COMMISSIONE URANIO IN VISITA A LA SPEZIA

La terza e ultima di una serie di visite presso gli arsenali della Marina Militare con la Commissione Uranio oggi a La Spezia.
Adesso abbiamo un quadro più completo che accomuna i tre arsenali ed una visione più ampia della problematica inerente a quel killer silenzioso che si chiama “amianto” e che ha lasciato una scia di dolore nel cuore di molti lavoratori, compresi i loro cari, del comparto Difesa.

Conclusa questa parte d’indagine, ci metteremo subito all’opera per dare una svolta alla sicurezza sul lavoro.

Ecco un articolo : http://goo.gl/KfevRl

Alfano si faccia garante dell’incolumità degli agenti di Pubblica Sicurezza di Caltagirone

Non si può accettare passivamente ciò che è accaduto, al di là della spending-review, occorre garantire dignità a chi svolge un lavoro difficile, in una città allo sbando, alle prese con una crisi sociale e politica senza eguali.

Sollecitiamo il commissario straordinario del Comune di Caltagirone, ad avanzare la proposta al Prefetto di Catania di ospitare, anche temporaneamente, gli uffici del commissariato di Polizia di Caltagirone nella struttura appena ristrutturata dell’EX INPS.

 

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Comm.Uranio: audizioni su inquinamento elettromagnetico MUOS

Voglio ringraziare personalmente i dott.ri Strano e Marinelli, venuti in audizione in commissione inchiesta “Uranio” a parlare di inquinamento elettromagnetico, partendo proprio dal MUOS.

Anche questo filone d’inchiesta della commissione sarà accuratamente presa in considerazione, nella definizione del documento che produrremo a conclusione.

La prevenzione da qualsiasi sorta di inquinamento ambientale è alla base di tutto il nostro lavoro ed è quello che perseguiremo per evitare che, come in passato, innocenti possano subire danni o addirittura morire per negligenze addebitabili allo Stato.

Muos – Commissione Uranio Impoverito – Intervento di Strano e Marinelli

Ennesima interogazione sul caso “Libertinia!

Caltagirone, sempre più isolata, con strade chiuse, ferrovie inesistenti, poche linee di autobus che non collegano nemmeno con l’aeroporto di Comiso!

C’è bisogno di rialzare la testa e protestare contro questo stato di cose, contro l’abbandono della REGIONE SICILIANA e dello STATO ITALIANO.

Noi lo facciamo tutti i giorni con le nostre attività parlamentari a difesa dei cittadini, di tutti i cittadini anche di quelli che continuano a dare fiducia ad un PD che ormai si è fuso con il PDL (FI+NCD).

Stimo tanti miei concittadini per la passione e l’impegno politico ma nello stesso tempo mi sento tradito da queste persone oneste disposte a stare seduti alla stessa tavola dei malpensanti, dei pifferai magici, dei venditori di pentole!

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